Zonaprotetta è nata come Aiuto Aids Ticino e il tema dell’Aids e del virus Hiv è tutt’ora una attività importante per il consultorio, non solo perché la consulenza al pubblico generale molto spesso tocca il tema del rischio di contagio da Hiv, ma anche e soprattutto perché le persone con Hiv si sono tradizionalmente rivolte al nostro consultorio per questioni di sostegno e di lotta alle discriminazione nei diversi contesti di vita.
Le persone con Hiv sanno che a Zonaprotetta si può parlare liberamente della condizione di sieropositività e le persone portatrici del virus si sentono a casa nel consultorio, dove anche altre persone con Hiv vengono per ottenere consulenza e aiuto sociale specifico. Ancora oggi infatti vi sono numerose situazioni, in famiglia, sul posto di lavoro, rispetto alle assicurazioni sociali, la cassa malati ecc. che necessitano di una consulenza specifica e soprattutto di un atteggiamento da parte degli operatori che sappiano accogliere senza inutili allarmismi le situazioni di sieropositività.
Non di rado anche i professionisti si lasciano ancora impressionare o condizionare quando devono prestare aiuto o assistenza alle persone con Hiv. Zonaprotetta accoglie tutte le persone con Hiv e valuta le possibilità di sostegno in caso di necessità, ma sostiene anche gli operatori di altri servizi che chiedono il nostro parere quando si trovano a dover gestire la presenza di un utente sieropositivo nella loro realtà lavorativa.
Nel mondo del lavoro, ma anche più in generale nelle relazioni sociali, vi sono ancora discriminazioni palesi per le persone con Hiv perciò Zonaprotetta valuta con la singola persona come gestire la comunicazione sulla sieropositività. Dire di essere sieropositivo presenta ancora un alto potenziale rischio di discriminazione e di conseguenze negative e solo in misura minore un’opportunità di accrescere la qualità della relazione con gli altri. Spesso le persone con hiv decidono di comunicare la loro condizione solo ad un numero ristretto di persone di cui sanno che possono fidarsi. Qualche volta tuttavia le assicurazioni o i datori di lavori, soprattutto in caso di prima assunzione, pongono le domande sullo stato di salute in modo da superare i limiti della privacy e a generare discriminazioni sul lavoro. Le persone con Hiv che lavorano di norma sono in buona condizione di salute ma non di rado i formulari di assunzione li costringono teoricamente a comunicare la loro sieropositività sul lavoro, con il forte rischio di essere pregiudizialmente esclusi dalle prestazioni assicurative o addirittura dall’assunzione.